di Paola Adenti
"Colonia Finalpia - Immagini, ricordi, emozioni". Grazie ad un capillare lavoro iniziato nel 2009, è stato completato e presentato in un pubblico evento il 25 maggio in Sala Cremonesi, l’inventario del ricco archivio storico. Un lavoro reso possibile anche grazie al sostegno della Banca Cremasca di Credito Cooperativo e che riguarda direttamente o indirettamente molte famiglie del territorio che a quel luogo di vacanza hanno ancora oggi legato ricordi e malinconie di un passato ancora vivo.
Nuova veste alla colonia
Pierpaolo Soffientini, Presidente della Fondazione “Opera Pia Marina e Climatica e Cremasca Finalpia”, ha introdotto la presentazione ricordando che questa colonia è parte integrante della storia del territorio cremasco. Ha aggiunto con soddisfazione che la struttura, dopo una lunga pausa, negli ultimi tre anni ha ripreso l’attività e, pur fra mille difficoltà ancora in via di superamento, l’obiettivo è quello di renderla fruibile dall’utenza tutto l’anno, con una pausa a novembre. “È difficoltoso ottenere i permessi e tutta la documentazione necessaria – ha aggiunto – ma si vuole dare la possibilità a tutti di accedere sia alla struttura alberghiera che alla spiaggia. Il Consiglio di Amministrazione sta lavorando attivamente per riuscire a rendere l’ex colonia disponibile da fine giugno”.
Decenni di foto
È intervenuto anche il Sindaco Stefania Bonaldi, felice di vedere rinato un luogo caro a tanti cittadini cremaschi. Un luogo che sarà funzionante anche nei mesi invernali, durante i quali il clima ligure è assai mite e piacevole. I ricchi archivi testimoniano l’attività di Finalpia dal 1877 al 2003 e grazie al lavoro di Francesca Berardi e Giampiero Carotti, archivisti, il materiale è stato schedato e riordinato. Ne è nato un inventario molto interessante per la storia locale che racconta della vita delle famiglie e dell’attività assistenziale in città. La grande mole di lavoro è ancora nelle mani della Soprintendenza per la bollinatura finale. Vi sarà una versione cartacea depositata presso la Biblioteca cittadina e una on line pubblicata anche sul sito del Comune. Foto, atti, documenti a testimoniare un patrimonio culturale di grande valore che occupa 38 metri lineari racchiusi in 300 faldoni.
Piccoli scrofolosi cremaschi
Nella parte introduttiva si parla dell’Ente nato nel 1871 da un gruppo di volontari in soccorso ai bimbi poveri cremaschi che soffrivano di scrofolosi, malattia che all’epoca colpiva i piccoli immunodepressi a causa di malnutrizione o mal accudimento. Venne così costituito il Comitato per la cura balnearia per gli scrofolosi poveri. Raccoglieva fondi e si appoggiava a colonie già esistenti in località marittime italiane. La richiesta di posti era in ascesa ed il Comitato, che da privato aveva molti limiti, divenne un Ente Morale e cambiò veste giuridica come testimoniato da un documento siglato dal re Umberto I. L’Ente poteva così accettare eredità, lasciti e chiedere prestiti. Si diede uno statuto e, quando ebbe i fondi necessari, costruì tra il 1913 e il 1917 una colonia di proprietà a Finalpia. Cambiò nome nel 1925 e nella catalogazione seguono poi tutte le vicende legate all’Ente e alla struttura. Ricchissimo l’archivio fotografico, dal bianco e nero al colore, che testimonia i cambiamenti attraverso un secolo e oltre di vita italiana, ma soprattutto cremasca.